L’Anfiteatro Flavio di Pozzuoli è sicuramente il monumento più famoso di Pozzuoli, il terzo al mondo per grandezza
Un po’ di storia dell’Anfiteatro Flavio di Pozzuoli
Un gigante di pietra che gli imperatori flavi vollero a testimonianza del favore e della benevolenza che nutrivano per la città
Con queste parole un noto scrittore puteolano Mario Sirpettino ha spiegato il motivo per cui gli antichi romani lo hanno costruito proprio in questa città
I Romani amavano Pozzuoli per la sua posizione strategica, come porto (portus julius) della loro flotta e le azioni militari. Ma anche come luogo di villeggiatura, per i grandiosi impianti termali e le bellezze naturali paesaggistiche che hanno ispirato la costruzione di sontuose ville.
Molto probabilmente fu edificato dagli stessi architetti del Colosseo nel periodo sotto Vespasiano e fu inaugurato da Tito.
Secondo alcuni studiosi invece, la presenza di muratura realizzata con la tecnica dell’ opus reticulatum farebbe pensare a una sua realizzazione sotto Nerone, oggetto di rimozione poi per effetto di un processo di damnatio memoriae.
L’iscrizione epigrafica ritrovata nell’anfiteatro recita Colonia Flavia Augusta Puteolana pecunia sua (la Colonia Flavia Augusta costruì a sue spese); questa frase conferma da un lato che il monumento fu costruito in età flavia, e dall’altro che Pozzuoli era molto ricca.
I sotterranei
Una parte dell’Anfiteatro degna di particolare attenzione è quella dei sotterranei.
I sotterranei erano il cuore dell’Anfiteatro e sono conservati benissimo ancora oggi. Macchine, carrucole e ascensori trasportavano persone e animali dai sotterranei all’arena e viceversa; i lucernai calpestabili coperti con grate di ferro fornivano tutta la luce necessaria ad effettuare le operazioni.
Un collegamento diretto con l’acquedotto Flegreo permetteva di riempire l’anfiteatro come una vasca e ricreare le battaglie navali, dette naumachie, oltre che a renderlo splendente e lavare velocemente ogni traccia di combattimenti precedenti.
Tra storia e legende
L’Anfiteatro era il luogo dove si dava seguito alle persecuzioni dei cristiani, condannati con la damnatio ad bestias, cioè ad essere sbranati vivi.
Si narra in particolare che nel 305 d.C. le fiere dell’Anfiteatro risparmiarono sette cristiani Acuzio, Desiderio, Eutiche, Festo, Sossio, Gennaro e Procolo; invece di sbranarli, le belve si inginocchiarono al loro cospetto, dopo una benedizione di Gennaro, divenuto Santo patrono di Napoli (Procolo invece è poi diventato il Santo protettore di Pozzuoli)
A seguito di questo miracolo, i romani commutarono la pena dei martiri in decapitazione, che avvenne nei pressi della Solfatara dove, a seguito di questo martirio, sorse una basilica in suo onore. Di questa basilica è rimasto soltanto l’Altare, noto come la pietra sulla quale sarebbe stato decapitato il Santo.
Questa pietra, che oggi è conservata nell’attuale Santuario di San Gennaro, è meta di pellegrinaggio tutti gli anni nel giorno del miracolo di San Gennaro (il 19 settembre). La particolarità è che il sangue di San Gennaro si liquefa in simultanea nel Duomo di Napoli e nel Santuario di Pozzuoli.
Come visitare l’ Anfiteatro Flavio
L’Anfiteatro Flavio si trova al centro di Pozzuoli, a Corso Nicola Terracciano, 75. E’ raggiungibile a piedi dalla Stazione Metropolitana di Pozzuoli – Solfatara (Linea 2)
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