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La Solfatara di Pozzuoli: cos’è e dove si trova

Cos’è la Solfatara di Pozzuoli e dove si triva: uno dei luoghi simbolo di Pozzuoli, in questo articolo vi spiego perchè è la meta preferita dai turisti di tutto il mondo

 

Storia e descrizione di un Vulcano

Innanzitutto c’è da soffermarsi sull’aspetto scientifico: i Campi Flegrei sono formati da 40 vulcani attivi e la Solfatara è di questi il più giovane, sebbene abbia più di 4.000 anni!

La particolarità è che si tratta di un cratere vulcanico in stato di quiescenza, cioè che non erutta da tempo. Manifesta fenomeni di vulcanismo secondario, tra cui le più evidenti sono le fumarole (emissioni di vapore acqueo) che rendono il paesaggio unico e suggestivo agli occhi dei visitatori ma anche degli abitanti.

Oltre alle fumarole, il vulcano causa tremori sismici e deformazione ciclica del suolo (bradisismo), motivi per i quali è strettamente sotto controllo degli scienziati che ne studiano i mutamenti.

Il suolo è costituito prevalentemente da materiale argilloso – siliceo di colore biancastro (bianchetto)

Nella zona centrale nubi di vapore si levano dalla fangaia, la depressione contro cui gorgogliano incessantemente bolle di gas in caldi fanghi grigiastri.

In contrasto con il biancore del suolo, il verde della macchia mediterranea ricopre i ripidi pendii e la parte più alta del fondo del cratere.

Sul versante a sinistra del cratere un’opera in muratura con due strutture ad arco, consentendo di captare i vapori caldi, possono essere utilizzate come sudatori naturali.

All’interno del cratere si formano pozzi di fango bollente che sprigionano esalazioni tossiche a base di anidride carbonica e idrogeno solforato, e allo stesso tempo servono da valvola di sfogo ai gas che esercitano pressione dal sottosuolo. Paragonabile insomma alla valvola di una pentola a pressione.

Purtroppo proprio queste esalazioni di gas sono state la causa di una terribile tragedia che nel 2017 provocò la morte di tre persone (un bambino e i suoi genitori) caduti in una voragine satura di anidride carbonica; a seguito di questa tragedia il vulcano (a tutt’oggi) non è visitabile in attesa della messa in sicurezza.

 

 

Cosa aspettarsi quando si visita la Solfatara a Pozzuoli

Per quanto gli eventi tragici del 2017 abbiano lasciato una profonda cicatrice in questa città, non possiamo non evidenziare la magnificenza di questo luogo che ha attratto viaggiatori da tutto il mondo fin dall’antichità.

Cosa si prospetta agli occhi del visitatore che per la prima volta viene alla Solfatara?

Vedrà, anche lungo le strade di accesso alla città, fumarole uscire dai bordi delle strade e a ridosso della montagna.

Sentirà un odore di zolfo (a volte debole, a volte molto intenso) pervadere la città.

Potrà vedere il vulcano dall’alto: basterà percorrere una stradina laterale al cratere e di fronte a sé si troverà un paesaggio lunare unico nel suo genere.

Dall’alto del vulcano potrà godere di un panorama magnifico e di un tramonto da togliere il fiato.

Bisogna dire che il vulcano è a pochi passi dal centro di Pozzuoli e quindi potete comprendere come gli abitanti del posto considerino i suoi odori, unitamente ai boati e ai tremori che a volte si sentono, un elemento integrante della città

… fumerà per sempre e per ricordare ai mortali che le radici sono infocate, ardenti, esplosive

solfatara

 

La Solfatara, il cinema e la musica

Il Vulcano Solfatara è stato il set di numerosi film del passato, anche recente

Nel 1950 fu girata una scena del film “47 morto che parla”, quella in cui fecero credere all’avaro barone Antonio Peletti, impersonato da Totò, di essere morto (e la Solfatara si prestava bene come inferno).

Anche Ingrid Bergman nel 1954 ha girato alla Solfatara di Pozzuoli alcune scene del film di Roberto RosselliniViaggio in Italia”.

All’interno del film “Passione” (2010) di John Turturro, il famoso brano del 1958 “Caravan Petrol”, composto da Renato Carosone, è l’unico video del film girato fuori Napoli, alla Solfatara appunto. Si inizia con un assolo di piano di Renato Carosone, poi recitano Fiorello, Max Casella, John Turturro e Enzo Avitabile nelle parti di scavatori in cerca di petrolio.