Close

SCOPRI COSA MANGIARE A POZZUOLI: PRODOTTI E PIATTI TIPICI

Cosa mangiare a Pozzuoli è una domanda difficile a cui rispondere: si fa prima a chiedere cosa NON mangiare 😂. In questo articolo vi darò una panoramica dei prodotti tipici locali e della cucina flegrea, e proverò anche a darvi qualche suggerimento da puteolana DOC

 

PRODOTTI TIPICI PUTEOLANI

La zona flegrea è naturalmente influenzata dalla tradizione culinaria partenopea, e poiché di Napoli si sa tutto oramai, evito di citare prodotti e piatti tipici già conosciuti! Quello che non tutti sanno invece è che nel territorio dei Campi Flegrei il suolo vulcanico è una fonte di nutrimento straordinaria per la terra, arricchendola di magnesio, potassio, ferro e silice. Questi minerali conferiscono un sapore distintivo e una ricchezza nutrizionale ai prodotti agricoli locali. La fertilità del terreno si riflette nella straordinaria varietà e qualità della produzione agricola, che spicca per il suo gusto eccezionale e le dimensioni generose. A questi prodotti della Terra si aggiungono poi anche quelli del Mare: qui vi parlo solo di acluni prodotti, quelli più rappresentativi della zona

 

I Vitigni Flegrei: la Falanghina e il Piedirosso detto “pér e palummo

La Falanghina (biotipo flegreo) è un vino pregiato prodotto da vigneti che spesso si estendono lungo le terrazze create per adattarsi alla peculiare conformazione del territorio. Questa peculiarità salta subito all’occhio di chi viene qui per la prima volta: basta andare al Lago D’Averno e ammirare il paesaggio.

Il vino derivato dalla Falanghina ha la caratteristica tonalità giallo paglierino con sfumature verdognole e … non sono affatto una esperta di vino, ma la morte sua è sullo spaghetto con le vongole!

L’altro vitigno tipico a Pozzuoli è il Piedirosso (detto anche Pér e Palummo), molto diffuso in tutta la Campania, ma che qui a Pozzuoli prende il nome di Strepparossa. Questi nomi (pér e palummo e strepparossa) sembrano derivare dalla colorazione di rachide e pedicello nel momento della maturazione, che assumono una particolare tinta rossa associata a quella della zampa dei colombi (palummo in dialetto).

In entrambi i casi la particolarità di queste piantagioni nella zona flegrea è che sono tutte a piede franco, cioè viti con radici proprie, non ibrida e non innestata su radici di piante americane. Di solito si tratta di esemplari centenari o di piante giovani che non hanno la necessità di essere innestate perché nascono in terreni sabbiosi e vulcanici, come i nostri nei Campi Flegrei

 

I Frutti di Mare: le Ostriche e le Cozze dei Campi Flegrei

L’allevamento dei frutti di mare è una delle principali attività nella zona flegrea: si sa che per tradizione i migliori ristoranti di pesce stanno a Pozzuoli e nei Campi Flegrei… ma di questo vi parlerò in un articolo a parte.

L’allevamento delle Ostriche risale I secolo A.C. con Gaio Sergio Orata, figura di spicco nell’antica Roma: fu non solo uno degli uomini più ricchi del suo tempo, ma anche un innovatore nell’allevamento di pesci e ostriche nei Campi Flegrei, in particolare nel lago Lucrino. Questo lago, il cui nome deriva dal latino lucrum (guadagno), era rinomato per i profitti straordinari generati proprio da queste attività di allevamento.

Le tecniche innovative introdotte da Orata nell’allevamento delle ostriche includevano l’uso di camere d’aria riscaldata nelle vasche, sfruttando anche l’acqua calda termale per favorire la crescita delle specie ittiche pregiate, come le orate.

Le antiche coltivazioni di ostriche furono riprese nel 1700 da re Ferdinando, che decise di ripristinarle nel Lago di Fusaro al fine di offrire ostriche fresche ai suoi sudditi.

Negli anni successivi re Carlo incaricò l’architetto Luigi Vanvitelli di costruire il casino reale del Fusaro, noto in seguito come Ostrichina, edificio oggi conosciuto come Casina Vanvitelliana che serviva al sovrano per ricevere ospiti illustri che potevano anche gustare le ostriche allevate sul posto.

Insieme alle ostriche Re Ferdinando impiantò anche l’allevamento di mitili (alias Cozze) nelle acque del Fusaro. E ancora oggi le Cozze allevate a Capo Miseno sono le più vendute e apprezzate in tutta Italia

 

Il Pesce Azzurro: le Alici di Pozzuoli

Il pesce azzurro, che deriva il suo nome dal colore bluastro o argenteo che molti pesci di questa categoria presentano nella loro livrea, è il pesce più apprezzato grazie alle sue proprietà benefiche. Questi pesci sono caratterizzati da una carne morbida e gustosa, ricca di grassi sani e nutrienti essenziali, solitamente pescati in mare aperto.

Le Alici rispetto alle acciughe (stessa famiglia) sono più giovani e più piccole, e solitamente costano anche un po’ di più: la produzione maggiore si ha tra maggio e settembre, ma non si fatica a trovarle tutto l’anno.

Io avendo la fortuna di vivere qui a Pozzuoli le compro tutte le settimane: nelle pescherie su strada si trovano però solo durante la settimana, il sabato e la domenica non le vendono.

Il Pomodoro Cannellino Flegreo

La coltivazione del Pomodoro Cannellino Flegreo ha radici che risalgono alla fine dell’Ottocento e si distingue per la sua capacità di adattarsi al terreno vulcanico sabbioso dell’area flegrea. Questo pomodoro, principalmente utilizzato per conserve e consumo fresco, presenta una forma oblunga con una leggera strozzatura al centro, simile a un piccolo e tozzo San Marzano. La sottile buccia, la polpa soda e il vivace colore rosso maturo creano un equilibrio perfetto tra dolcezza, acidità e sapidità. Non essendo un ibrido, è un prodotto locale tramandato di generazione in generazione dai contadini della zona flegrea.

La sua coltivazione avviene attraverso tecniche tradizionali, con agricoltori che recuperano, asciugano e reimpiantano i semi manualmente, utilizzando impalcature di canne di bambù e fili di canapa o juta. Nonostante il suo alto prezzo di produzione e i brevi tempi di conservazione dovuti alla sottile buccia, il Pomodoro Cannellino Flegreo rischiava l’estinzione.

Tuttavia, negli ultimi anni la Regione Campania ha riconosciuto il Pomodoro Cannellino Flegreo come prodotto tipico di interesse, anche da parte di Slow Food. Una rete di agricoltori custodi è stata istituita per preservare e promuovere questo prezioso patrimonio agricolo, mentre si continua a recuperare la storia e la tradizione legate al Pomodoro Cannellino Flegreo.

 

Il Mandarino dei Campi Flegrei

In generale gli agrumi nella zona flegrea hanno un sapore davvero unico grazie alle proprietà del terreno di origine vulcanica; il mandarino in particolare è stato oggetto di una ricerca condotta presso l’Università Federico II di Napoli che ha rivelato l’alta concentrazione di sostanze antiossidanti nel mandarino dei Campi Flegrei, particolarmente nella buccia e nei semi del frutto. Questi risultati evidenziano il potenziale di questi scarti alimentari, considerati generalmente residui, come fonte preziosa di composti antiossidanti, che variano a seconda del grado di maturazione dei frutti. La presenza significativa di flavonoidi, come la naringina, l’esperidina, la rutina e la quercetina, dimostra il potenziale benefico del mandarino anche in ambito medico.

L’obiettivo della ricerca è stata la valorizzazione del mandarino dei Campi Flegrei, uno dei prodotti distintivi della regione. La Festa del mandarino dei Campi Flegrei, organizzata annualmente dall’associazione nel periodo ottobre-febbraio, arrivata nel 2024 alla sua 11esima edizione, coincide con la maturazione e la raccolta dei frutti.

PIATTI TIPICI FLEGREI

Pozzuoli e i Campi Flegrei sono sempre stati meta di turismo enogastronomico: qui voglio darvi qualche indicazione di alcuni dei piatti tipici, fermo restando che tutta la cucina flegrea è davvero unica e autentica.

Chi viene a Pozzuoli non può non mangiare le Alici Fritte, tutto l’anno, servite rigorosamente nel cuppetiello (anche al Ristorante, proprio così).

La Zuppa di Cozze invece è un must della tradizione puteolana da mangiare il Giovedì Santo, ma noi ovviamente non ci limitiamo solo a questo giorno: e sempre a proposito di cozze, l’Impepata è l’altro piatto forte da non perdersi: molto semplice, ma davvero unico

Un piatto tipico delle nostre zone che vi consiglio è la Genovese di Polpessa… si avete capito bene: ma attenzione, la Polpessa non è la femmina del polpo (come avevo inteso io 😅) ma un cefalopode anch’esso tipico del Mar Mediterraneo che si presta bene per questo tipo di pietanza. Questa è la spiegazione che ci ha dato lo Chef di Capo Blu a Miseno, dove l’ho mangiata recentemente (insieme ad una prestigosa zuppa di cozze) e che vi consiglio caldamente di provare. Diciamo che di superlativo questo ristorante non ha solo questo piatto… provare per credere!

Non ci dimentichiamo delle isole flegree: Ischia e Procida, le perle flegree… A Ischia per esempio il piatto tipico è il Coniglio all’ Ischitana, che viene preparato con aglio, pomodoro, vino bianco, peperoncino ed odori, il suo sapore pieno si sprigiona nella cottura effettuata nel tegame di coccio. A Procida invece il piatto tipico è lo Spaghetto ai Ricci di Mare, un primo piatto da Re

Dulcis in fundo (è il caso di dire 🤣) meritano un posto speciale le Lingue di Procida (che si trovano anche a Monte di Procida, visto il breve canale di mare che le separa) e i Cornetti Ischitani (per una ricca prima colazione)

Tra i Liquori tipici invece ricordiamo il Limoncello, fatto dai limoni locali particolarmente profumati, e il Nocino, un liquore fatto con le noci colte ancora fresche il 24 giugno (a San Giovanni)