Scrittori, attori, poeti hanno trovato a Procida l’ispirazione per le loro più grandi opere: Procida è la più piccola delle isole del golfo di Napoli ma anche la più suggestiva e ricca di mistero
Geografia
L’isola di Procida è la seconda per grandezza delle isole flegree ed è situata tra Ischia e Capo Miseno; la sua superficie raggiunge appena i 4 chilometri quadrati, ma è abitata da circa 11.000 abitanti (procidani) tanto da essere decretata l’isola più densamente popolata di tutta Europa. Procida é collegata ad ovest, tramite un ponte, all’isolotto di Vivara, un’oasi protetta ed in essa è presente tutta la tipica vegetazione mediterranea.
Anch’essa di origine vulcanica, Procida conserva gli antichi crateri ora in parte erosi, nelle insenature della Chiaiolella, del Carbonchio e del Pozzo Vecchio.
Procida ha tre Marine
Sul lato nord c’è Marina Grande, il porto commerciale, approdo per i traghetti e aliscafi provenienti dalla terraferma e dalle altre isole del golfo.
A Nord Est, c’è Marina Corricella, il villaggio dei pescatori, di una bellezza esotica e quasi africana.
La terza marina, situata a sud dell’isola, è Marina Chiaiolella, sovrastata dall’antico Cenobio benedettino di Santa Margherita Vecchia, è sede di un porticciolo turistico bene attrezzato che accoglie barche da diporto di ogni tipo.
Storia
L’origine del nome di Procida è molto dibattuto.
Una prima ipotesi è che derivi da quello di epoca romana Prochyta, a sua volta originato da Prima Cyme, ovvero prossima a Cuma, come doveva apparire l’isola ai coloni greci nella migrazione dall’isola d’Ischia a Cuma.
Un’altra ipotesi fa derivare il nome dal greco pròkeitai (πρόκειται), cioè giace, in considerazione di come appare l’isola, vista dal mare.
In ogni caso, recenti ritrovamenti archeologici sulla vicina isola di Vivara (un tempo collegata a Procida) fanno ritenere che l’isola fosse già abitata intorno al XVI – XV secolo a.C., probabilmente da coloni Micenei.
Sicuramente, intorno al secolo VIII a.C. Procida fu abitata da coloni Calcidesi dell’isola di Eubea; a questi subentrarono in seguito i Greci di Cuma, la cui presenza è confermata sia da rilevamenti archeologici che dalla toponomastica di diversi luoghi dell’isola.
Durante la dominazione romana, Procida divenne sede di ville e di insediamenti sparsi sul territorio; sembra comunque che in questa epoca non esistesse un vero e proprio centro abitato: l’isola fu più probabilmente luogo di villeggiatura dei patrizi romani e di coltura della vite. Giovenale, nella terza delle sue Satire, ne parla come di un luogo atto ad un soggiorno solitario e tranquillo.
Letteratura e cinematografia
L’isola fu già descritta, in epoca classica, tra gli altri da Giovenale, da Stazio e da Virgilio.
Nella letteratura volgare, Procida diviene la scena della sesta novella della quinta giornata del Decameron di Giovanni Boccaccio, in cui, sullo sfondo della guerra del Vespro, si narra l’amore di Gian da Procida, nipote di Giovanni da Procida, per la giovane Restituta.
Ancora più recente è il romanzo Graziella scritto da Alphonse de Lamartine, (dal quale è stato tratto l’omonimo film nel 1955), venuto a Procida dalla Borgogna nella prima metà del XIX secolo.
Nel XX secolo è invece celebre L’isola di Arturo (1957), una delle maggiori opere di Elsa Morante, scrittrice alla quale è inoltre dedicato un premio letterario, assegnato nell’isola da diversi anni.
Nel cinema Procida è stata scelta come set cinematografico per un grande numero di film, soprattutto per i suoi panorami e la sua architettura tipica mediterranea: tra questi si possono citare, come esempi Il postino con Philippe Noiret e Massimo Troisi, Il talento di Mr. Ripley con Matt Damon e ancora Francesca e Nunziata con Sophia Loren e Giancarlo Giannini.
Il Castello D’Avalos fornisce invece l’ambientazione per il carcere del film drammatico Detenuto in attesa di giudizio con Alberto Sordi.