Il Parco Sommerso di Baia è un parco archeologico che custodisce sui suoi fondali resti di domus e ville, terme, mosaici e testimonianze straordinare dell’antica Roma
Il fenomeno del bradisismo discendente ha determinato negli ultimi 1.500 anni lo sprofondamento della costa e l’immersione delle strutture costruite in epoca romana lungo il litorale che sono ora delimitate all’interno del Parco Sommerso di Baia
. L’antica città di Baia era considerata, dall’aristocrazia dell’Urbe e dagli stesi imperatori, un luogo di villeggiatura privilegiato per l’amenità del paesaggio e per la presenza di acque termali.
In età imperiale la città sorgeva intorno ad un lago (Baianus Lacus) le cui sponde ospitavano lussuose ville e peschiere (come Villa dei Pisoni, la Villa a Protiro e Il Ninfeo Imperiale di Punta Epitaffio)
La città sommersa di Baia è stato il primo esperimento in Italia di archeologia subacquea, non solo sul piano scientifico della ricerca ed applicazione di una metodologia di indagine (per il rilevamento e lo scavo subacqueo), ma anche su quello della tutela, conservazione e valorizzazione.
Diversi sono stati i provvedimenti di tutela adottati dalla soprintendenza per salvaguardare questo patrimonio archeologico
Con l’istituzione dell’AMP nel 2.002 il sito sommerso ha cominciato ad essere tutelato non solo per la componente archeologica, ma anche per quella biologica. L’ente gestore ha avuto quindi lo strumento idoneo per tutelare e valorizzare l’area in tutti i suoi aspetti sia archeologici, sia naturalistici, sia socioeconomici.