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MADONNA ASSUNTA (Darsena)

La Chiesa della Madonna Assunta sorge in uno dei luoghi più caratteristici di Pozzuoli: la Darsena del borgo marinaro, in prossimità del Porto di Pozzuoli e ai piedi del Rione Terra.

Questa chiesetta è stata ritratta da pittori e disegnatori del passato affascinati non solo dalla bellezza della costruzione ma anche e soprattutto dal ruolo che questa chiesa ha nella cultura e nelle tradizioni popolari, essendo stata il punto di riferimento dei pescatori del borgo marinaro. L’edificio fu costruito nel 1621 e dedicato alla Purificazione di Maria, ad opera della omonima Confraternita; per la sua posizione la chiesa era chiamata Purificazione a mare.

La devozione dei pescatori per la Madonna Assunta, qui venerata, ha fatto sì che nel tempo fosse più conosciuta con quest’altro nome. Stando alle cronache, pare che non abbia avuto vita molto facile, in quanto, sorgendo molto vicina al mare, ha subito sistematicamente l’invasione delle mareggiate, per cui, per gran parte dell’inverno diventava inaccessibile e più volte fu danneggiata. Il 4 dicembre 1872, una mareggiata più violenta delle altre, che provocò molti danni anche alla città, distrusse la chiesa che fu ricostruita a spese dei pescatori nel 1876. Quella che oggi si vede è appunto la costruzione del 1876 edificata in posizione più arretrata rispetto alla precedente, per tenerla il più possibile lontano dal mare.

Alla venerazione dell’Assunta sono legati gli annuali festeggiamenti del 15 agosto; questa festa, oltre che dalla processione religiosa che si snoda tra i vicoli del borgo, è caratterizzata dal tradizionale momento laico del pennone, una versione marinara dell’albero della cuccagna. Il pennone consiste, infatti, di un lungo palo di legno sistemato obliquamente sulla banchina e sporgente verso il mare: i partecipanti alla gara, camminando sul palo insaponato, tentano di afferrare delle bandierine poste in cima a questo. Tale festa è l’unica sopravvissuta, delle tradizioni popolari di Pozzuoli, il nome deriva con tutta probabilità dall’albero maestro delle imbarcazioni a vela, che nel dialetto puteolano è detto pennone.